domenica 18 marzo 2012

Man Ray - Cadeau

Man Ray, cadeau, 1921.
Quando arriva a Parigi nel 1921 prende un ferro da stiro e ci incolla sopra dei chiodi. Le allusioni erotiche e violente sono evidenti, ” con questo potete ridurre un vestito a brandelli” faceva notare Man Ray. 
Man Ray ci offre il suo squarcia-tele, che non stira, non riporta ogni cosa alla stessa luce e alla stessa prospettiva, no, perché quello lo fa solo chi non ha capito cosa sia davvero la semplicità, ed in quali contesti abbia un effettivo valore. Questo oggetto si assume il rischio di contraddire la morale del quieto vivere, proponendosi con estrema sincerità ed apertura, come regalo vero e proprio, regalo prezioso. Questo "cadeau" non appiattisce, non aggiunge altri versi alle odi adulatorie della superficialità, anzi: distrugge la superficie.
Laddove il tradizionale ferro da stiro serviva a perfezionare quella benda che - più o meno consapevolmente - la società bramava di mettersi davanti agli occhi, il ferro chiodato pone il suo intervento distruttivo e salvifico, fermando prima che si completi ogni voluttà superficialistica, e aprendo la tela alla luce, o al buio, aprendo allo sguardo quel chiaroscuro di ombre colorate che è la realtà.
L'importante è che venga usato. E' agghiacciante (e forse al contempo fa sorridere, ma in verità queste due emozioni vanno non di rado di pari passo...) sapere che qualcuno guarderà questo paradosso tridimensionale e sorriderà. Man Ray ci ha regalato l'energia con cui la società potrebbe finalmente se stessa per creare se stessa. Il ferro da stiro è design, è società, è storia. Ma il suo valore aggiunto qui è arte, è senza tempo, è potenzialmente ovunque e sempre, ovunque e sempre lo si accetti e se ne senta il bisogno.
Pazienti ragni industriali, o freudiane Penelopi masochiste, hanno costruito e costruiscono una tela per fabbricare il cuscino che sosterrà la nostra testa quando - priva di vita - perderà coscienza, sul morbido tepore del certo, del bello, del buono, del giusto...
Fermiamo tutto questo, stop! - grida Man Ray, prima che la tela ci soffochi, prima che finisca la luce e l'aria, e prima che la nostra esperienza del mondo si riduca a quella che qualcun altro ha voluto che fosse. Squarciamo giocosamente ciò che ci è costato tanti sforzi, prima che ci fagociti. Riconquistiamo la nostra libertà di creare, e riscopriamola innanzitutto distruggendo, de-formalizzando, perché c'è sempre tempo per formalizzare.
Regaliamo il regalo di Man Ray, il taglierino di Fontana, il soffio grazie al quale i buddhisti soffiano via con leggerezza e gioia autentica i loro mandala, ricordiamoci di essere vivi, lasciamo un segno. Cancelliamolo, lasciamone un'altro.
I nostri regali disturberanno, inquieteranno, non lascieranno dormire, ma qualcuno forse capirà. Vivere non è dormire. Vivere è essere acuti, acuti come i chiodi di questo "strano" ferro da stiro, che punge, ferisce, ma almeno lascia un segno, questo ferro da stiro che mi ha ispirato tutta questa digressione, e che spero ispirerà ancora tanti e tanti...

FONTI:
http://www.ailadi.it/course/?page_id=3

venerdì 16 marzo 2012

Orinatoio R Mutt

Orinatoio (Fontana)
ready - made on marble,   Altezza 62,5
Marcel Duchamp  - 1917-1964
Collezione privata - private collection

Nel 1917, Duchamp decide d’esporre l’orinatoio di porcellana alla Società degli artisti indipendenti a New York, ma a causa dell’evidente funzione polemica e del desiderio dell’artista di sconvolgere l’istituzione, l’opera viene rifiutata. Il ready-made può essere attuato attraverso lo spostamento dell’oggetto, o dal suo contesto fisico, come nel caso della Ruota di bicicletta, oppure dall’ordinario contesto logico, come avviene in quest’opera, ribattezzandolo, così da non avere più alcuna relazione con l’oggetto come era considerato ordinariamente. L’artista pone una specie di firma R.Mutt, che racchiude la chiave di lettura dell’opera. Anteponendo il cognome all’iniziale del nome R abbiamo la parola Mutter, madre in tedesco. La forma dell’orinatoio ricorda, infatti, la forma di un bacino femminile o di un vaso alchemico.

FONTI:
http://www.babelearte.it/tipomuseo.asp?arid=384&quadroid=1527

Scacciapensieri o creapensieri?!?!?!?

Incontro "fatale" al TATE MODERN di Londra...Quando l'ispirazione può arrivare da un oggetto così semplice...




MEL RAMOS E LE PIN UP NEI PANINI


Non sono solo i giovani artisti emergenti ad usare internet per far conoscere le proprie opere. Mel Ramos, 73 anni, uno dei pochi esponenti della pop art ancora in attività, ha scelto la Rete per far conoscere le sue opere, che continuano ad essere richieste per esposizioni in tutto il mondo. Ramos, che ha un proprio sito non ha mai ostacolato la diffusione dei suoi lavori sul web. Del resto la sua arte si caratterizza per essere riuscita a precorrere i tempi: a partire dagli Anni Sessanta, quando si affermava il movimento della Pop -art, guidato da un certo Andy Warhol, Ramos iniziò a creare una serie di opere che accostavano il nudo femminile ai più comuni prodotti di consumo, così come erano rappresentati nelle reclame.
Il tutto in un’epoca in cui il nudo di donna, di cui la pubblicità oggi fa spesso uso per attirare l’attenzione, era un tabù. E il corpo senza veli di un’ attrice che reclamizzava l’ultimo modello di auto o il dentifricio si poteva appena immaginarlo. Ramos fece di più, ritraendo i corpi di pin up senza veli accanto a “prodotti inncoenti”, come la bottiglia di Coca Cola, l’hamburger, le patatine fritte di McDonald’s, i sigari e i pacchetti di sigarette, la stecca di cioccolato, il tubo di caramelle. Prodotti che diventano “hot”, senza per questo scadere nella volgarità, ma con un tocco d’ironia.
In molti casi, Ramos si è ispirato a donne famose del cinema e dello spettacolo. Come quando, con la sua matita, ha fatto sedere una sensualissima Virna Lisi su un panino: Virnaburger, così si chiama l’opera, testimonia come il fascino dell’attrice italiana avesse attraversato l’Oceano. Anche l’ex modella tedesca Claudia Schiffer è finita in un hotdog. Non poteva mancare, ovviamente, l’icona pop per eccellenza: Marylin Monroe, che Ramos ha immaginato di spiare da dietro un buco della serratura.
FONTI:
http://elvirapollina.wordpress.com/2008/12/07/mel-ramos-e-le-pin-up-nei-panini/
http://www.melramos.com/

"vip x flap" geniale!

Questo si che è puro design!


VIP FLAP è il nuovissimo portadocumenti fashion pensato per 

soddisfare l’esigenza di 
un mercato italiano variegato e dinamico.


Sempre più attento alle innovazioni, alle tendenze e al giusto rapporto qualità/prezzo.

Vip flap viene realizzato in vera pelle da un concept e design tutto italiano; incorpora

nel suo sistema di apertura-chiusura la speciale tecnologia intelligente: “Flap-Belts”.

Vip flap ha proprio nel sistema Flap-Belts il suo punto di forza e di rottura rispetto ai

competitors, che lo rende ideale per contenere le card importanti e le valute in assoluta

sicurezza, praticità ed efficienza.

Vip flap è un document holder all’avanguardia, simbolo di eleganza e attento allo stile

di ognuno, per questo viene distribuito con una gamma di 9 colori diversi abbinati a 9

packaging in latta coordinati, da collezionare e da regalare per occasioni speciali.




FONTI:
http://www.footballhouse.it/index.php?main_page=product_info&products_id=1140


Gaetano Pesce "Lamp"











FONTI
http://www.designstage.co.uk/section.php?jobID=25&sectionID=4
http://www.detnk.com/node/3726
http://arredoeconvivio.com/arredo-e-design/gaetano-pesce-per-meritalia/
http://youhavebeenheresometime.blogspot.com/2011/03/gaetano-pesce-2008-8-arm-floor-lamp-54.html

La Olivetti Valentine di Ettore Sottsass

La Olivetti Valentine di Ettore Sottsass






FONTI:
http://ianwongresearch.blogspot.com/2012_02_01_archive.html

Ettore Sottsass - Libreria Carlton

Uno dei prodotti più noti e riconoscibili  prodotti di design pensati dal genio creativo di Ettore Sottsass è sicuramente la libreria Carlton. Disegnata nel 1981 è divenuta simbolo della produzione del gruppo Memphis nato da un’idea di Sottsass, Radice e De Lucchi.
Immagine vagamente antropomorfa (ricorda un uomo dalle braccia alzate e gambe larghe) è riconoscibile per i ripiani inclinati e per i colori sgargiati, caratteristi del movimento  Neomodern.
Caratteristica di Carlton, è che può essere usata sia come libreria che come divisorio. Nel 2011 è stato celebrato l’anno del 30° anniversario di questo prodotto, divenuto nel tempo icona del design del XX secolo. E’ così che Memphis ha realizzato un’edizione speciale della libreria “Carlton”. Prodotto in 30 esemplari numerati su etichetta in argento 925 placcata oro 24kt, viene fornito con cassa in legno speciale modello “caveau”.
Carlton è presente in molte collezioni permanenti di musei come il Metropolitan di New York, the Art Institute of Chicago.

Bruno Munari e la lampada Farkland


Bruno Munari e la lampada Farkland

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Bruno Munari (24 ottobre 1907 – 30 settembre 1998) è stato undesigner e artista italiano; il suo contributo concerne molti campi delle arti visive (pittura, scultura, cinema, design industriale, grafica) e non visive (letteratura, poesia, didattica), e le sue opere hanno come leit motiv una ricerca costante sul tema del gioco, dell’infanzia e della creatività.
Da giovane, Munari fu influenzato da Marinetti e partecipò al movimento futurista, ma successivamente, negli anni Quaranta, fondò egli stesso, insieme a Dorfles, Monnet e Soldati, il MAC (Movimento Arte Concreta), una sorta di sintesi tra le diverse correnti astratte che mira a una più stretta connessione tra le arti e tra arte e industria.
E’ difficile, se non impossibile, collocare Munari in un unico settore; la sua convinzione era che “L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi”. La sua attività spazia dall’arte in senso stretto alla grafica pubblicitaria, alla progettazione di giocattoli; sono peraltro molto celebri i suoinumerosi libri per bambini, per l’infanzia e per la scuola, così come anche la serie dei cosiddetti “libri illeggibili” testi privi di parole e destinati a comunicare a livello tattile grazie alle pagine realizzate in materiali diversi.
Dei vari oggetti di design progettati da Bruno Munari, la lampada Farkland è sicuramente uno dei più famosi e apprezzati. Munari spiega così la nascita della lampada, nel 1964 “Da molto tempo pensavo all’elasticità come componente formale di oggetti, e un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada.” Al che loro risposero: “Noi non facciamo lampade, signore, facciamo calze da donna”,“Vedrete che le farete” rispose a sua volta Munari.
L’oggetto è infatti composto da una maglia elastica bianca sagomata da anelli metallici che mantengono tesa la superficie attraverso cui si diffonde la luce. La forma, che ricorda le lampade di carta orientali, è generata dalla stessa forza di gravità una volta che la lampada viene sospesa: la resa fomale è quindi massima in rapporto a un ingombro ridotto.
FONTI:
http://www.pansiniarredamenti.it/i-miti-del-design/bruno-munari-e-la-lampada-farkland/

L'abitacolo di Bruno Munari


DOMUS n. 496, marzo 1971
Che cos'è un abitacolo Bruno Munari per Robots di Milano
Che cos'è un ABITACOLO? Negli aerei monoposto è il posto del pilota, contenete comandi e strumenti, spazio che nei grandi aerei diventa la cabina di pilotaggio. Nelle automobili di ogni tipo è lo spazio che accoglie le persone. Nelle astronavi è lo spazio che accoglie gli astronauti con tutto il necessario per vivere e controllare la navigazione. Abitacolo è lo spazio abitabile in misura essenziale. In modo figurativo è anche l'intimo recesso individuale, è il luogo interno dove è situato tutto ciò che forma il proprio mondo. Nelle case degli adulti, non tutti i ragazzi hanno una camera tutta per loro che possono trasformare e arredare a piacere. Molti altri hanno solo un letto, un tavolo, una sedia, un posto per i libri, gli abiti in una valigia come ho avuto io stesso per parecchio tempo. Non hanno un abitacolo dove potersi isolare, dove poter studiare, meditare, scrivere, leggere, dormire, ascoltare la loro musica, conversare con gli amici.
Da questa esigenza nasce questo Abitacolo, il quale intende risolvere il problema, per ora, sia dal lato strutturale che da quello estetico, e, non meno importante, da quello economico. Abitacolo è una struttura di acciaio ridotta alla sua essenza. Il modulo è di venti centimetri con tutti i suoi sottomultipli, il che permette la massima combinabilità.
Questa struttura di acciaio saldato è plastificata con resine epossidiche a 200 gradi. Il suo colore è grigio molto chiaro. La struttura base porta un tavolo, regolabile in altezza e inclinazione. Quattro mensole per libri, di ottanta centimetri ognuna, sono agganciabili dove si vuole. Due superfici di ottanta per centonovanta possono essere fissate a qualunque altezza sui quattro montanti, che sono anche quattro scale per salire sui piani. Bastano otto galletti a vite. Il montaggio è molto semplice, non occorrono istruzioni. Due cesti metallici si possono agganciare dove si vuole, per mettere ogni cosa. Una ventina di ganci per appendere tutto dove si vuole. Il tutto pesa 51 chili. L'insieme è solido come se fosse saldato; anche un adulto grasso e antipatico può salire sull'Abitacolo senza sfondarlo, anzi dalle prove risulta che l'Abitacolo può portare anche venti persone. Non è stato ancora stabilito il prezzo di questo Abitacolo, ma certamente costerà meno di un tavolo, quattro metri di libreria, un mobiletto contenitore di oggetti, due letti e quattro scale. Senza calcolare che Abitacolo è assolutamente neutro, non impone una sua estetica essendo solo una struttura essenziale, anzi si pensa a qualunque adattamento o trasformazione che l'ambiente voglia fare, rendendosi sempre più invisibile secondo l'invadenza dell'ambiente”.
Bruno Munari

FONTI:
http://www.munart.org/doc/bruno-munari-domus-496-1971.pdf

giovedì 15 marzo 2012